C’era un tempo in cui ero molto volubile. Vedevo i “Power Rangers” e desideravo diventare uno di loro (quello vestito di nero, colore fighissimo!), vedevo “Indiana Jones” e desideravo diventare un archeologo, guardavo i vecchi film di “Superman” e desideravo… essere un giornalista! Sì, perché mi piaceva lo stile di vita di Clark Kent, anzi, consideravo la sua seconda identità di supereroe poco interessante. Diventare giornalista sarebbe stato bellissimo, sempre a caccia di scoop, con una partner mozzafiato a fianco che col tempo si sarebbe innamorata di me… delirio, appunto.
Con ciò cosa voglio dire? Be’, che tutt’ora non so cosa fare nella vita. Ad Aprile, per quanto ne so, potrei tranquillamente andare a fare i provini per AMICI, tanto sono confuso. Non credo che tutti sappiano cosa fare della loro vita ma io mi ero sempre ritenuto uno dei pochi eletti. Mi è sempre piaciuto scrivere e da qui a decidere di fare il giornalista il passo è stato breve. Poi però ho capito che mi piaceva scrivere solo di poche cose; e ho subito pensato: recensore! Questa è un’idea che ho ancora in mente, sia ben chiaro, anche se da tempo è maturata l’idea di scrivere romanzi. Non riesco a definirmi “scrittore”, non senza provare imbarazzo. Cavolo, quando sento quella parola mi viene in mente Umberto Eco, Anne Rice, Oscar Wilde, non Luca Centi. Nel pronunciarla mi sento presuntuoso, nello scriverla a disagio.
Come definirmi allora? Uno a cui piace scrivere. A prescindere da cosa scrive. Tutto questo per dire che sono assai volubile, mi entusiasmo per niente e mi ci vuole un po’ a razionalizzare quello che mi accade attorno, a distinguere tra sogno e realtà. Così come avevo un’idea romantica del giornalismo, così ora ce l’ho della scrittura. Stranamente ancora non vengo smentito e spero che non accada mai. Se sopravvivrò ai prossimi terremoti – si spera! – otterrò la risposta alla domanda che un po’ tutti si pongono: cosa sono destinato a fare?
Sai, onestamente pensavo alludessi ad altro. A papà Caso. E ad una nanetta acida e lacrimosa.
Buona giornata Lù.
Nono, alludo proprio al senso di “predestinazione”, al sentirsi parte di qualcosa. Un qualcosa che ti riporta indietro anche se tenti di intraprendere strade diverse =)