I tempi editoriali sono lunghissimi. Questa è una delle prime cose che ho imparato, come anche Miki può confermare. Dall’invio di un romanzo alla sua valutazione possono passare mesi se non anni. Soprattutto se si ha a che fare con un grande editore. La pazienza gioca quindi un ruolo fondamentale.
Prima di riuscire a pubblicare ero una persona tremendamente impaziente. Tremavo all’idea di dover attendere mesi per una risposta e non passava giorno senza che pensassi a certe cose o a certe persone. Inutile dire che pubblicare mi ha insegnato molto. In particolar modo ad avere un approccio più rilassato, meno invadente se vogliamo. E questo è bene, non solo in questo settore ma nella vita più in generale.
Anche perché l’attesa mi permette di continuare a scrivere. Ho cominciato varie storie e molte altre ne ho abbandonate. Ho scritto dieci capitoli e ne ho cancellati nove. Avere tempo porta a svolgere un lavoro più intenso, ricercato. Si abbandonano le soluzioni narrative facili e si cerca qualcosa di eccentrico. Di strano. Qualcosa che faccia esclamare al lettore: “Oh cavolo, questo non me l’aspettavo“.
Quindi abbiate pazienza anche voi. E ricordatevi di esclamare “Oh cavolo, questo non me l’aspettavo“. Ci conto, eh!
…si cerca qualcosa di eccentrico. Di strano. Qualcosa che faccia esclamare al lettore: “Oh cavolo, questo non me l’aspettavo“…
Posso essere sincero? Sempre più spesso leggendo penso che gli autori contemporanei abbiano troppo questa fissa. Hanno l’ossessione di essere scontati e finiscono per risolvere le cose in maniere assurede o ridicole.
Secondo me tu devi cercare un tuo stile personale e poi raccontare semplicemente (in maniera semplice) la storia, senza troppi fronzoli.
Va bene essere originali, ma cerca di non confondere l’originalità con ‘essere diverso a tutti i costi’
!!! Questo articolo mi ricorda una nostra conversazione a proposito della necessità di essere… zen!!! hahaha!
In realtà credo che il punto di cui Luca parla comprenda la necessità di trovare uno stile personale (perchè spesso uno stile personale fa suonare più originale anche una scelta non tanto originale) ma anche quella di cercare soluzioni che stupiscano da inserire nel punto giusto.
Non per la pura voglia di stupire, nè per la ricerca dell’originale e del bizzarro a tutti i costi (che per contrappasso finisce per impoverire tutto) ma perché se, da lettori, ci aspettassimo facilmente tutto quel che succede ci sembrerebbe una fatica ciclopica voltare pagina e… abbandoneremmo il libro! =)
Non si tratta, secondo me, di aggiungere ‘fronzoli’, ma di decidere come strutturare le cose…
Sbaglio?
Oh cavolo, questo (post) non me l’aspettavo!
😛
Uhm… ehi, Luca, non è che tutto questo è per dirci “bimbi, il libro slitta a non si sa quando, siate pazienti che è la virtù dei forti”, vero? 😀
Miki: mi sa che come al solito ho frainteso tutto… che è un modo elegante per dire ‘non ho capito ‘na mazza’ 😀
hahahahahaha
Pazienza, pazienza ok
ma vediamo di pubblicare la trilogia prima che compia 40 anni, papino.
Ci tengo ad essere ancora in forma… sai per il mio pubblico femminile.
La pazienza…ammetto che questo post capita proprio a proposito. Sono mesi che sono in attasa di una ripsosta. All’inizio non ci pensavo, poi però sono arrivati dei segnali positivi in pochi giorni e allora l’attesa si è fatta snervante. Ora non so più cosa apsettarmi: il silenzio significa esito negativo? O sono ancora in corsa? Dopo quanto tempo è lecito smettere di sperare?
Una piccola domanda a Luca: ma anche dopo aver già pubblicato con un editore, i tempi di atetsa per le nuove proposte che Gli sottoponi sono così lunghi?
@iri: La banalità è un errore, ma lo è anche cercare l’originalità a tutti i costi. Una via di mezzo sarebbe meglio! ^^
@Miki: hai centrato perfettamente il punto! =) PS: Sempre e comunque zen! =D
@tanabrus: ehm… diciamo che i tempi sono un pochino più lunghi del previsto 😀 si parla comunque di mesi, non anni (spero)!
@Windaw: Figlio! Prometto che ti farò sorridere di più!
@edf: il silenzio può essere interpretato in vari modi. Diciamo che non c’è una regola fissa. Ti consiglio appunto di avere pazienza o al limite di mandare una mail per sapere se è tutto ok. ^^ Per quanto riguarda l’altra tua domanda, dall’invio del materiale a una risposta passa del tempo. L’editore conosce l’autore, questo è vero, ma ha comunque centinaia di altri autori. C’è una fila da rispettare, mettiamola così. Poi, una volta scelto il progetto, passano altri mesi tra revisioni, editing e roba varia.
@iri: Ma no! Il tuo è un discorso giustissimo… soprattutto sulla fissa di alcuni a proposito dell’originalità a tutti i costi sono d’accordo. Il fatto è che ci vuole il giusto mezzo, come dicevano gli antichi.
Psstt! Luca! Come si dice ‘non ho capito una pispola…’ in francese? Magari suona più fine? (ora mi sembra di essere in Matrix) XD
PS: la pazienza vale anche per i lettori. che però sono più fortunati… in genere non hanno un solo autore preferito e possono balzerellare da uno all’altro aspettando i vari seguiti…
eheh leggevo proprio ieri sul blog di Ninna che è meglio non rileggere le proprie cose dopo che sono state stampate: http://www.ninna.it/ill-never-read-it-again/ e licia troisi confermava. anche tu, non stare a rileggere troppo se no poi per un capitolo ci metti mano troppe volte hahahha
scherzo, baci
@Miki: je n’ai pas capis une pispole! XD Dire che il mio francese è orribile è dire poco!
@Lauryn: Ninna ha ragione da vendere! Io ancora non rileggo il Silenzio perché ho paura di trovare qualche strafalcione. XD Per questo ora sto rileggendo all’infinito Lenth2, almeno mi risparmio qualche trauma! *_*