Come al solito, qualche vecchia recensione aggiunta sul nuovo blog.
LIBRO 1: LE SETTE GEMME.
“La vicenda parte dal misterioso ritrovamento di un antichissimo e incomprensibile libro che parla di ancestrali saggezze e di arcani, magici poteri, che potrebbero liberare le genti dalle forze del male che come ombre malefiche aleggiano sulle loro esistenze, sempre pronte a dominarle. Pochi in questo mondo possono intravedere l’importanza di quello che c’è scritto nel libro, e uno di questi è Burk, un saggio della stirpe dei Baile. E sarà lui, accompagnato da un eterogeneo ma compatto e devoto gruppo di amici che partirà alla ricerca delle Sette Gemme dell’Equilibrio di cui parla l’antico tomo.”
Iniziamo con un parere oggettivo: è un gran bel libro. Grande perché spazia e coinvolge l’intero mondo soffermandosi a sufficienza su ogni avvallamento, catena montuosa o galleria che sia. Niente spostamenti casuali e/o irreali, come avviene in altre produzioni italiane, che non sto qui a citare, dove i protagonisti percorrono chilometri su chilometri in meno di un giorno. Ma proprio i protagonisti sono il forte di questo romanzo. Sono tanti, veramente tanti, eppure Andrea D’Angelo riesce a lasciare i loro nomi impressi nella mente del lettore, senza che questi sia costretto a tornare indietro per capire chi sia un Ratan o un Balko. Sono caratterizzati bene, talmente bene che alle volte mi è capitato di sapere in anticipo cosa avrebbe risposto un personaggio. Questo non vuol dire essere “scontati”, come han detto altri, bensì coerenti con ciò che è già stato detto. Sulla storia ahimè posso esprimermi soltanto in parte, perché si interrompe proprio sul più bello e prepara agli avvenimenti dei successivi due tomi. Ottima la scelta di giustificare le azioni dei comprimari, le loro oscure trame, che da un lettore superficiale potevano esser intese come un eccessivo Deus Ex Machina (cosa che ammetto di aver pensato anche io all’inizio).
Spulciando i commenti sui vari siti mi sono accorto dei pareri negativi, scritti da persone che non sono andate più in là delle prime 10/20 pagine. Ora, io vorrei davvero sapere come si può dare un parere così parziale, assai simile a chi giudica un libro dalla sua copertina. Ammetto che il prologo è abbastanza pesante, ma dopo aver terminato “le Sette Gemme“, sono tornato indietro apposta per rileggerlo, rendendomi conto del metodo usato dallo scrittore, forse il solo possibile. Come si potrebbero altrimenti introdurre così tanti personaggi senza dare loro il giusto spazio?
Voto: 7/10
LIBRO 2: L’ARCIMAGO LORK.
“Ora che la Congregazione è stata spezzata, tutte le speranze sono riposte in Tarko e Balko che l’arcimago Lork sta facendo braccare. Un mistero ancora fitto avvolge le “Sette Gemme dell’Equilibrio” e la situazione disperata degli amici costringe i due meek a rimedi estremi: Balko tenterà di salvare i compagni evitando che giungano alla Fortezza, l’impenetrabile dimora di Lork, mentre Tarko si recherà al Villaggio dei Baldar, pronto a tutto pur di dipanare il mistero che ha determinato il suo personale, inspiegabile cambiamento.”
Quali sono le caratteristiche principali di una trilogia fantasy? Tra i pregi senza dubbio la migliore descrizione (psicologica e non) dei personaggi, la graduale introduzione delle vicende che man mano verranno sviluppate a dovere e una trama solida che emerge pagina dopo pagina, coinvolgendo il lettore. Ma non scordiamo i difetti, che quasi sempre riguardano il secondo libro (volume di mezzo) e alle volte quello finale.
“L’arcimago Lork” non ha grandi difetti secondo me, se non quelli insiti nel genere a cui appartiene. E’ un romanzo di transizione, in cui si riprendono le fila tessute in precedenza e se ne introducono di nuove, con inevitabili colpi di scena (il legame di sangue Balko-Tarko su tutti) che si presta a molteplici interpretazioni. Ma non finisce qui. In altre trilogie fantasy mi sono sorpreso davanti alla pesantezza dei “volumi di mezzo”, necessari sì per la narrazioni, ma di una monotonia assurda, con il gravoso compito di rallentare il ritmo del libro I e preparare alla conclusione del libro III. In questo caso invece la sorpresa è stata differente: ho divorato questo romanzo nella metà del tempo impiegato per le “Sette Gemme“.
Mi rendo conto del perché solamente ora. Innanzitutto l’azione la fa da padrona; non ci si limita a riprendere le trame del passato e a dare loro una svolta, ma se ne introducono di nuove e ancora più interessanti. Ho amato l’avventura nel villaggio dei Baldar, la ricerca personale di Tarko, tra l’altro condotta con maestria e non in modo superficiale. Il tutto insomma risulta credibile e credetemi, non è cosa da poco. Specie quando il “rischio scivoloni” è in agguato e pronto a divorare lo scrittore alla minima distrazione. Complimenti dunque ad Andrea D’Angelo che non c’è cascato! Ha dosato il giusto spazio per ogni personaggio (anche se mi è dispiaciuta l’assenza, purtroppo necessaria, di Ratan e del resto della Congregazione) per ogni evento e per ogni comprimario. Difatti è raro che chi non sia protagonista venga trattato come tale; in questo romanzo invece accade il contrario, si esce fuori dagli schemi.
Voto: 8/10
LIBRO 3: LA FORTEZZA.
“Il romanzo parte dal misterioso ritrovamento di un antichissimo e incomprensibile libro che parla di ancestrali saggezze e di arcani, magici poteri, che potrebbero liberare le genti dalle forze del male che come ombre malefiche aleggiano sulle loro esistenze, sempre pronte a dominarle. Pochi in questo mondo possono intravedere l’importanza di quello che c’è scritto nel libro, e uno di questi è Burk un saggio della stirpe dei Baile, una razza poco longeva che però possiede facoltà di gran lunga superiori a tutte le altre che popolano il Mondo Interno. E sarà lui, accompagnato da un eterogeneo ma compatto gruppo di amici che partirà alla ricerca delle “Sette Gemme dell’Equilibrio”.
Ho appena terminato la lettura, quindi le impressioni saranno a “caldo”, meno trattenute, forse meno diplomatiche. Avevo una gran paura di leggere questo romanzo; nei precedenti due Andrea D’Angelo aveva intessuto una rete intricatissima di eventi e personaggi, vicende all’apparenza secondarie e che invece si sono riflettute (molto) sulla trama principale. Da qui la mia paura: e se “La Fortezza” non è all’altezza della trilogia di cui fa parte? E se il tutto si concluderà con l’happy ending di turno?
Non che ci sia qualcosa di male a terminare con un “vissero felici e contenti”, ma da Andrea D’Angelo uno si aspetta l’originalità, il dolce-amaro per intenderci. E difatti non sono sono rimasto deluso. A partire dalle trame principali:
- Viaggi di Tarko e Balko
- Viaggi di Lork e Procax
- Missione di Librek e Shine
- Missione di Matha
Ci sono poi i fronti secondari, i ribaldi e le truppe di Lork, che in questo romanzo però hanno un ruolo abbastanza marginale. La trama 1 sviluppa appieno due personaggi rimasti – per me – un po’ troppo in sordina. Anche se a Tarko era stato dato molto spazio nel villaggio dei Baldar (nel libro precedente) mi era sempre parso superficiale, poco descritto. Stessa cosa per Balko. Quindi sono rimasto piacevolmente sorpreso nel leggere le loro avventure. Unica cosa che non ho ben capito (SPOILER): ma quindi tra loro non c’era alcun legame di sangue? Mja Dell dice qualcosa quando li salva, come se si fosse finalmente accorto della verità, ma io non ci sono arrivato.
La trama 2 è interessante come sempre, anche se abbastanza breve. Specie l’epilogo finale… sì, è coerente, ma per un attimo mi ero tipo immaginato una battaglia tra l’amuleto di Tarko e Lork… forse a pensarci meglio preferisco la versione ufficiale!
La missione di Librek e Shine è quella che più mi è piaciuta. Interessantissimo il personaggio della Cacciatrice di Anime, da adombrare completamente quello del Generale disertore. Anche questa missione ha un finale dolce amaro, con un Procax sulle loro tracce…
In conclusione posso dire di aver apprezzato davvero molto questo romanzo, più dei precedenti due. In verità l’intera trilogia è interessante, ma preferisco quest’ultimo capitolo per tre semplici motivi:
- Il finale dolce-amaro
- Lo stile di Andrea D’Angelo che finalmente appare meno “statico”, più “dinamico” e addentro alla storia
- Le ambientazioni, Mistik in particolare.
***Piccolo Sfogo – Spoiler***
Perché uccidere Ratan? Il mio personaggio preferito!
***Piccolo Sfogo – Spoiler***
Non dirò altro per non rovinare la lettura a chi vuole iniziare la trilogia, ma un’ultima nota mi pare doverosa: il fantasy italiano è vivo e vegeto, come avrete ben capito. Basta parlare della morte di un genere che invero è ben più prolifero di quanto appaia. Andiamo oltre i grandi nomi delle pubblicità, cerchiamo per davvero tra gli scaffali delle librerie. Fortunatamente Andrea D’Angelo è stato – meritatamente – pubblicato da un grande editore, ma non tutti gli scrittori in circolazione sono al suo livello. Penso che questo faccia riflettere.
Voto: 9/10
Vi lascio inoltre il link al sito di Andrea D’Angelo. Consiglio una visita anche ai principianti scrittori, che troveranno nella rubrica di Scrittura un valido aiuto. Per me è stata oltremodo illuminante.
Ok, devo procurarmi anche questa trilogia.
Da come ne parli deve meritare tantissimo… coming soon, è deciso 😀
La lessi quasi un anno fa e ne rimasi folgorato! Devo ancora leggere l’ultimo romanzo di Andrea D’Angelo (La rocca dei Silenzi) ma il giudizio non potrà che essere positivo, anche perché – a detta di molti – lo stile è superiore a quello delle “Sette Gemme”. Una garanzia quindi! ^^
Io di D’Angelo ho letto solo “La Rocca dei Silenzi” e, come accaduto a te per la trilogia precedente, anch’io sono rimasta folgorata. Ora sono indecisa se recuperare la trilogia delle “Sette gemme dell’equilibrio” (la cui lettura è sconsigliata dallo stesso autore, che la definisce addirittura come sua opera immatura e da riscrivere in toto) oppure attendere di leggere nuove storie di questo autore (“Il giorno dopo”, pare, cui lui sta attualmente lavorando). Se la “Rocca” mi aveva conquistata sono quasi certa che i romanzi a venire lo faranno con ancora più forza.
Ciao Nutza.
Guarda, io la trilogia delle “sette gemme” l’ho apprezzata moltissimo, però è anche vero che non avevo letto per prima “La rocca dei silenzi”. Forse potresti avere un’impressione strana andando al contrario, però ti assicuro che ne vale la pena.
A me poi è stata utile per inquadrare l’autore e l’evolversi del suo stile ^^
Mi è piaciuta molto questa trilogia, l’ho trovata in biblioteca cercando qualcosa di bello nella casa editrice Nord(perchè gira che ti rigira finisco sempre a prendere/comprare libri della Nord XD)
concordo pienamente con lo spoiler/sfogo!! Ma ormai a questo “inconveniente” sono abituata!^^
Eh sì, gira che ti rigira molti dei fantasy migliori usciti in Italia sono stati pubblicati dalla Nord 🙂