Scelte

scelteUltimamente ho tanti pensieri per la testa. Troppi a dire il vero. L’estate è agli sgoccioli, presto si tornerà alla realtà. Il 6 settembre saranno cinque mesi che sono qui. Cinque mesi in una città che non sono riuscito ad apprezzare; cinque mesi in cui ho ignorato quello che mi accadeva attorno; cinque mesi in cui ho chiuso gli occhi e mi sono immaginato altrove. E se prima questo altrove era poco delineato e fumoso, adesso sta diventando concreto. Tornerò presto a casa. Ma ho paura. Al di là della paura “fisica”, cioè quella che possa esserci un nuovo terremoto – ipotesi ahimè assai probabile – c’è anche quella emotiva. Per forza di cose niente sarà più lo stesso. Le persone saranno quelle, ma il resto no. Persino la mia famiglia sarà dispersa, con un fratello che si trasferirà presto e una nonna che è andata a vivere con l’altro suo figlio.

La domanda è: sono pronto? La risposta, manco a dirlo, è no. No che non sono pronto! Ci mancherebbe altro. Sono contento di rivedere la mia città, ma lo sarei ancora di più se potessi tornare a casa mia e dormire nel mio letto. La vecchia routine per intenderci. Invece devo “accontentarmi” di un ibrido: un ibrido di casa, un ibrido di letto, un ibrido di routine. Andremo a casa della mia nonna materna. Fin qui niente di male. Dovrei ritenermi fortunato visto che c’è gente senza un tetto sopra la testa. Ma non è così. Basta ipocrisie del tipo “guarda chi sta peggio”, perché serve solo a commiserarsi. Questo ragionamento o lo si fa sempre, anche quando tutto va bene, o si evita. Per poter andare avanti bisogna guardare a “chi sta meglio”. Senza invidia certamente, ma con lo spirito giusto. Spirito che può essere riassunto con la domanda: cosa posso fare per migliorare la mia situazione senza piangermi addosso?

Ancora una volta, la risposta è semplice: trasferirsi. Lo so che non è una cosa realizzabile in una manciata di minuti, ma bisogna cominciare a pensarci, per evitare di farsi cogliere impreparati. Ho un paio di progetti in testa. Il primo, se si realizzerà, mi darà un lavoro (a Roma o a Milano) e la possibilità di cominciare a vivere davvero; il secondo è più fumoso. Ma ancora una volta non si parla solo di cose materiali. Il lavoro e un posto in cui stare sono importanti, ma ancora di più lo sono le persone. Tutti quelli a cui tengo non sarebbero più con me se mi trasferissi. Rimarrebbero indietro e, probabilmente, andrebbero avanti con le loro vite (notate il paradosso?). Il tempo mi aiuterebbe a creare nuovi rapporti, ma sarebbe un processo lungo e non sono neanche sicuro di voler soppiantare chi mi è caro. Chi è insostituibile.

Per non parlare delle grandi città. A chi come me viene da una piccola realtà, rimane impossibile pensare di vivere in un posto che non si conoscerà mai del tutto. Persone che vivono a Milano o a Roma – per mantenere l’esempio –  e che continuano a sorprendersi ad ogni nuova strada, ad ogni nuovo negozio scoperto. Sarebbe difficile abituarsi, ma non impossibile. Dopotutto lo spirito d’adattamento ce l’ho, fin troppo a giudicare dalle condizioni in cui sono stato fino ad ora. Ma dovrei mettermi a dura prova e ora come ora non so se ne uscirei vincitore.

Certo, a Roma potrei rompere le scatole a Francesco, Mirty, Serenity e ad altri (scusate se non vi cito tutti!) ma sarebbe un punto di partenza. Il resto starebbe a me. E le parole valgono poco e niente in questi casi. Quindi, ricapitolando, non so cosa fare. Andare, restare, andare e restare, boh! Di sicuro la risposta non arriverà quando meno me l’aspetto, queste cose accadono solo nei film, con vincite a sorpresa e biglietti aerei volanti.

La realtà ha una pessima sceneggiatura e una regia confusa. E io, come attore, non valgo poi granché.

PS: Scusate lo sfogo, ma i blog servono anche a questo, giusto? Se non ne avessi parlato sarebbe stato come tradire questo mio “posto speciale”.

10 Comments

  1. A Roma ti troverai in bella compagnia 😛 Dai vieni qui! E se ti servisse un letto per un po’ di giorni… puoi chiedere a me ^^

    X-Bye

  2. Capisco le tue paure, ma vedrai che si dissolveranno col trascorrere del tempo. e ne verranno altre, e passeranno, in un ciclo continuo.
    E quando si vive una vita attiva e piena è inevitabile il cambiamento, che purtroppo a volte è drammatico.
    Io ora vivo in campagna, e devo dirti che la grande città non mi manca, ma sicuramente mi mancherebbero molto l’esperienza di vita e le emozioni che mi ha dato. 😉

  3. @imp.bianco: grazie mille =)

    @Valberici: Vivere in campagna, o in un posto tranquillo più in generale, è stupendo. Nel mio caso è scattato l’impulso opposto, scambiare la quiete per un po’ di caos. =P

    @Francesco: Perfetto! Dopo provo a connettermi su msn così mi spieghi bene ^_^

  4. Che belle le parole dell’incertezza.
    Scusa ma non posso fare a meno di dirti che si potrebbe pensare al trasferimento, ma niente di troppo concreto. Magari aspetti a trasferirti di unovo all’Aquila. Vedi come ti trovi: magari, un botta di fortuna e succede qualcosa di bello (che cosa non ne ho idea) che ti fa rimanere li’. Se invece soffri, li’, io consiglierei di trasferirti subito. Magari trasferisciti in un posto dove conosci qualcuno, così non ti troverai solo in un’enorme città xD
    Buona fortuna!

  5. la realtà spesso riserva sorpese. magari non una vincita al Superenalotto, ma qualcosa che ti aiuta a decidere. Lascia che la storia si compia, le cose che potrebbero capitare sono tantissime.
    Potresti persino tornare a L’Aquila e dopo due giorni ricevere una telefonata positiva per…che so, Madrid! Tutto è possibile 🙂
    un bacio, me ne vado una settimana in montagna (Lecco) baci!!

  6. Se non torni allora vai il più lontano possibile, perchè se ti prendo non ti immagini lontanamente che ti faccio.
    A buon intenditor..

    Sara

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