Finalmente sono riuscito a preparare l’albero. Un po’ in ritardo, rispetto agli anni passati, ma come si dice “meglio tardi che mai”. E’ bastato sistemare le decorazioni e accendere le lucine colorate per sentire subito il calore tipico del Natale. E’ in assoluto la mia festa preferita, come il periodo invernale del resto, una festa che mi ha sempre fatto pensare alla famiglia. Ecco quindi tornare da Milano mio fratello e da Roma il resto del parentame. Si ride, si scherza, si canta, si mettono da parte le divergenze. Casa, insomma. Il Natale scorso, ne parlai anche sul blog, fu un Natale strano. Per la prima volta lontano da casa, senza il mio albero, senza le decorazioni rozzissime che feci alle elementari e che nessuno ha mai avuto il coraggio di buttare, senza la mia città. Stavolta è diverso, le cose sono cambiate, anche se non tantissimo. Sono sempre lontano da casa ma spero di tornarci nei prossimi mesi e il mio vecchio albero è stato sostituito da un mezzo ibrido che Lucky continua a rosicchiare. L’importante comunque è essere in famiglia, giusto? Dove c’è Barilla c’è casa, due cuori e una capanna e via dicendo. Questo è vero, ma, a costo di passare per materialista, a me manca la mia strada innevata, i miei vicoli vestiti di luminarie e le mie piazze piene di vita, con gli stand della cioccolata calda, i mercatini di Natale e il simpatico libraio di fiducia in cui mi rifugio tra una lezione e l’altra.
Il passato, insomma. Si deve sempre guardare avanti però, è questa la regola. Un passo dopo l’altro. Vediamo allora dove mi portano gli eventi. Questa volta ho deciso di lasciarmi trasportare, senza pensare troppo.
Vediamo quanto durerà…
un bacio di comprensione :)*
Un baciozzo anche a te! :*