Di ritorno da Rimini fatico ancora a rientrare nella routine di tutti i giorni. E’ stato un week-end davvero pieno ed interessante, ho conosciuto persone a cui non mai avrei pensato neppure di stringere la mano e… molto altro. Sono arrivato a Rimini sabato verso le 13,30, dopo un viaggio in treno di due ore a dir poco infernale; la signora che mi sedeva accanto continuava a lamentarsi del caldo e cercava in tutti i modi di impetosirmi per prendere il mio posto, accanto al finestrino. Ho provato ad ignorarla, ma quando ha iniziato a blaterale sulla maleducazione e scemate varie, sono esploso: “Signora, ho preso posto accanto al finestrino perché odio i mezzi di trasporto in generale! Macchine, treni, aerei, la reazione è la stessa: sto male”. Sono anche arrivato a mimarle la scena dell’esorcista in cui la bambina rimette a destra e a manca, e alla fine la signora ha desistito. Sì, devo dire che l’ora successiva, fatta di sguardi assassini, è stata molto piacevole.
Anyway, arrivo in albergo – stupendo – mi sistemo e corro dalla mia splendida addetta stampa (ode alla tua pazienza, Giulia!)… che si trovava con Pierdomenico Baccalario. Una persona a caso insomma. Superato lo svenimento e le crisi isteriche, ho iniziato a capirci qualcosa. Baccalario è una persona stupenda, simpatica, alla mano, tutto quello che ti aspetti da chi scrive romanzi in grado di entusiasmarti.
Nel pomeriggio ho fatto due interviste lampo per “Mare di Libri” e “Mediaset Premium” – devo dire che sto guadagnando una scioltezza che non mi appartiene del tutto – ed infine la Prova. Il momento. L’incontro con Licia Troisi, che per me è una sorta di mito. Non per fare il lecchino, ma è stata la prima scrittrice fantasy italiana che ho letto, la prima che mi ha dato speranza. Speranza di riuscire a farcela (“Se ce l’abbiamo fatta io ce la puoi fare anche tu”, come direbbe Giuliano Sangiorgi di Scorie), di riuscire ad intraprendere un percorso che è tutt’altro che semplice.
L’intervista a Licia è andata bene, credo, ma la cosa più bella è stata conoscere, anche se per poco, la persona e non la scrittrice. Anche lei semplice, genuina, spontanea. Cosa che è rara in genere; non perché il mondo sia pieno di falsità, ma semplicemente perché davanti a tanta gente c’è sempre il rischio di chiudersi a guscio o di risultare antipatici proprio a causa della timidezza).
Dopo qualche firma – che impressione mi ha fatto! – e foto – il mio ego si è ingrossato a dismisura – ci siamo quindi goduti il resto del festival, con Nicolò Ammaniti, Lipperini, G.L. D’Andrea, Sandrone Dazieri etc. Non mi resta quindi che ringraziare Alice Bigli e gli altri organizzatori del festival, perché è stato veramente spettacolare. Il primo festival a cui ho partecipato in qualità di scrittore, il festival che mi porterò sempre nel cuore.
E’ una lei a dire il vero! XD
Non ti dico nulla se non che ha un ruolo importante ma marginale al tempo stesso. Chiarissimo, no? °_°
Adesso si che ho le idee chiare! XD
Comunque te l’ho detto anche su anobii: questo libro sarà mio. Sai una cosa? Visto che è l’unico aspetto che posso commentarti adesso, devo dirti che la copertina è bellissima, questo primo piano del bastone è a dir poco originale. Ma toglimi una curiosità. Come fanno le case editrici a sceglierti la copertina? Cioè, non ti chiedono pareri, vero? Scusa l’ignoranza, me la sono sempre posta questa domanda.
Ah, guarda, io ogni giorno ne scopro una nuova!
Per quanto riguarda la copertina, è stata realizzata da Silvia Fusetti ed è effettivamente molto bella. E non lo dico perché sono di parte – un pochino sì! –
Per la realizzazione mi è stato chiesto cosa avevo in mente ma a dire il vero le idee scarseggiavano. Pensavo a Windaw, ma col senno di poi è andata meglio così! Come hai detto, è molto diversa dal solito! ^^