L’estate sta arrivando. E con l’estate arriva il tempo degli… esami! Quest’anno avrei dovuto darne sette, ma ben due corsi non sono mai cominciati, quindi mi ritrovo con due appelli a giugno, due a luglio e uno a settembre. Per fortuna però uno dei corsi che aspettavo con ansia è cominciato, l’ho seguito e ne sono rimasto piacevolmente sorpreso. Sto parlando di “Problemi di Storiografia dello Spettacolo”, una materia che esamina con attenzione l’evoluzione della regia in ambito teatrale con particolare attenzione nei confronti di un genere che, in Italia, è stato spesso sottovalutato: il Grand Guignol.
Cos’è il Grand Guignol? E’ un genere teatrale nato a Parigi nel 1897 e in seguito importato in Italia dalla compagnia teatrale di Alfredo Sainati e consorte, Bella Starace. Il Grand Guignol è un teatro forte, crudo, cruento, rinomato per la sua brevità e per il brivido; non ci sono mostri e vampiri sul palco, ma uomini e donne che potremmo conoscere, persone che si risolvono a fare uso di brutale violenza colti da rabbia irrefrenabile o dalla disperazione. Non a caso i temi principali del Grand Guignol italiano riguardano l’adulterio e i tradimenti più in generale.
Ho sentito parlare per la prima volta di questo genere nel sito di Anne Rice. L’autrice si riferiva a un passaggio di “Intervista col Vampiro” con l’aggettivo granguignolesco. Quale passaggio? Ovviamente quello che introduce Armand nel teatro di Parigi, col suo seguito di vampiri. La famosa scena in cui, sul palco, davanti a un pubblico di mortali, si esibiscono vampiri che fingono di essere uomini che interpretano vampiri. Teatro del Grand Guignol.
Questo corso, su cui ci sarebbe ancora tantissimo da dire, sembra la conclusione naturale del mio corso di laurea. Una tesi su Anne Rice alla triennale e una tesi sul Grand Guignol per la magistrale. So che è presto per pensarci, che devo ancora dare il primo esame!, ma non riesco a farci niente. La mente galoppa e l’attesa si fa snervante!
PS: Nel frattempo ho scoperto che non mi sono rotto il piede. Solo una slogatura con annesso versamento (non quello simpatico bancario sigh) e dolore vario. Che fortuna!