“Precipitata tra le ombre dei non-vivi in seguito al morso del Maestro Vampiro Beauregard, Victoria Cardella, fiera cacciatrice delle diaboliche creature della notte, si oppone al destino che la vorrebbe feroce vampiro. Il suo animo predisposto al bene lotta contro il sangue nemico che ormai le scorre nelle vene, e che vuole mutare la sua natura… Ma un’altra lotta si combatte dentro di lei, quella tra l’irresistibile attrazione per Sebastian, discendente di Beauregard, ormai divenuto anch’egli cacciatore di vampiri, e l’amore per Max, cacciatore da sempre, che ha rinunciato ai suoi poteri per sfuggire al giogo della malefica regina Lilith. Intanto a Londra il male dilaga, e ormai neanche la luce del giorno può fermare la ferocia dei vampiri. Su Lady Gardella si addensano terribili sospetti e presto anche la polizia busserà alla sua porta.”
Una trama potenzialmente interessante, che non riesce però a lasciare il segno. Questo è oramai il quarto capitolo della serie dei Gardella, la cacciatrice di vampiri creata da Colleen Gleason. Se la superficialità dei primi volumi poteva essere imputata all’inesperienza dell’autrice, qui non ci sono più scusanti. A partire dall’ambientazione, che è come se non ci fosse; secondo e terzo libro si svolgono in Italia, ma del bel paese viene mostrato poco e niente. Il primo e questo invece hanno Londra come sfondo, una Londra però da manuale, con frasi che sembrano prese da una guida turistica. Altro che descrizioni! E dire che basterebbe usare Google Street View se non si conoscono determinate zone!
Gli stessi presupposti sono inoltre poco originali. Prendiamo la stirpe dei cacciatori di vampiri. L’autrice dice di essersi ispirata a Buffy, quando invece il suo è stato un semplice copia e incolla. Ad eccezione di piccole varianti, come la vis bulla (un anello in grado di donare forza sovrumana ai cacciatori di vampiri) non c’è nulla di nuovo. E’ vero, sul genere “vampiresco” è stato già detto tutto, ma si potrebbe comunque provare a reinterpretare il “già noto”. Come Charlaine Harris, che pur prendendo la Hamilton come esempio, riesce a creare qualcosa di eccentrico. O la Rice che… be’, la Rice a dire il vero ha proprio CREATO il genere, quindi prenderla ad esempio equivale a commettere un suicidio letterario.
Ma questa saga ha i suoi punti di forza, come la caratterizzazione dei personaggi. La protagonista è odiosa, ma i comprimari, come Max e Sebastian, hanno un qualcosa in più. Certo, continuano a somigliare troppo ad Angel e Spike, ma il passato che li unisce e divide al contempo è oscuro quanto basta per attirare il pubblico. Se non fosse che la Gleason preferisce inserire scene di sesso random quando si annoia, fregandosene altamente della coerenza narrativa. Non che io abbia qualcosa contro determinate “scene”, ma devono essere di supporto alla storia e non meri “intermezzi pubblicitari”. Basterebbe fare un paragone con la Rice di prima o la Hamilton (anche se quest’ultima, negli ultimi volumi di Anita Blake, pare aver perso la bussola come la Gleason).
Manca solo un romanzo alla fine di questa serie, romanzo che uscirà a fine febbraio. Oramai penso che lo prenderò, solo per sapere come andrà a finire la storia. Ma non posso che sconsigliarvi l’acquisto di questo romanzo. Se cercate storie di vampiri senza pretese ma ben scritte, scegliete la Hamilton o la Harris. O, se preferite, recuperate le sette, stupende, stagioni di Buffy.
Voto: 5/10
E’ da un po’ che vedo in giro i libri della Gleason, ma già leggere nella quarta della solita cacciatrice di vampiri mi aveva un po’ scoraggiato. Se poi mi casca proprio sull’ambientazione di Londra e su una protagonista odiosa… Mi è bastata Anita Blake. I libri della Hamilton mi hanno attirato per le trame e la narrazione scorrevole, finchè non sono incappata in uno che ha anteposto un po’ troppo casualmente alla trama i fattacci di Anita. Come hai detto tu, le scene “ad intermezzo pubblicitario” rovinano, sopratutto se davvero sono piazzate dove capita o coprono troppe pagine rispetto al resto.
Ale, ti consiglio allora di evitare la Gleason! ^^
Senza contare che il suo modo di scrivere è abbastanza fastidioso, anche a causa delle traduzioni frettolose della casa editrice (due, tre romanzi all’anno sono troppi!).
Luca ho letto il commento alle immagini :* grazie davvero!
Ho solo detto la verità! Lo sai come la penso, no? 😉
concordo in pieno su tutto
Dmenticavo di aggiungere due cose. Il finale risolleva la storia benchè sia piuttosto intuibile, e lo stile della Gleason in lingua priginale non è malaccio, semplice e chiaro.
E sopra ogni cosa w Buffy w Angel abbasso Spike
Sul mio blog ho appena messo un post su Rachel Caine, che arriverà in Italia a Gennaio. Un altra autrice che si ispira pesantemente a Buffy
Weirde, sai la cosa strana qual è? Che tutti si ispirano a Buffy ma nessuno pensa a riportare su carta le avventure della cacciatrice. Ok, lo so che esistono dei romanzi, ma sono davvero bruttini. Whedon dovrebbe seriamente pensare a scrivere delle storie spin off, magari su Faith!
Con me sfondi un porta aperta. Ho leto tantissime fanfiction su Buffy, americane, e so che anche Whedon e i suoi le seguivano, e alcune sono veri e propri romanzi. Stupende. Le conservo ancora su file quelle più belle. Ne ho persino, con l’aiuto di altri, tradotta una, proprio per farla leggere a tutti i fan di Buffy che non potevano leggerla in lingua originale. L’hai letta? Purtroppo si è preferito ampliare Bffy in versione fumetto e non versione romanzo, esistono dei romanzi americani di Buffy, più decenti di quelli arrivati in Italia, ma sono due o tre. Peccato, perchè invece di Star trek esistono romanzi proprio belli, scritti dallo stesso attore protagonista del telefilm tra l’altro, ne ho leto uno per curiosità e sono rimasta stupita.
In realtà, ciò che vorrei di Buffy sarebbe un film, ma già so, che se la voce che gira diverrà realtà, e cioè che un film ci sarà ma senza Whedon, e senza il cast del telefilm,srà una gran cavolata.
Weirde, purtroppo hai ragione. Il film ci sarà, ma avrà una crew completamente diversa dall’originale. Prima di tutto gli attori, secondo poi la mitologia. Qualcosa mi dice che assisteremo ad una pacchianata simile a quella del film con Luke Perry (anche se, onestamente, i suoi punti di forza li aveva, specie nella sceneggiatura).
Di fanfiction di Buffy ne ho lette davvero poche. Non so se quella che hai tradotto rientri tra le “poche”, però penso di sì, visto che bazzico spesso il tuo sito. Vedrò di ricontrollare =)