“Il Signore delle Nebbie con il suo esercito di amorphi ha assaltato la città di Ahina Sohul, capitale delle terre di Nadesh, usurpato il potere del re e messo sul trono Pseudos, alleato delle forze del male. Quindici anni dopo, il custode Galdwin parte alla ricerca del giovane Bedwyr, vero erede al trono di Ahina Sohul, sopravvissuto al massacro della famiglia reale. Lo trova a Batilan, dove conosce anche Eynis, una ragazza dal passato misterioso e dalle incredibili doti. Bedwyr ed Eynis si uniranno ai rappresentanti delle cinque Razze Libere: Uomini, Elfi, Lupi, Nani e Draghi. Insieme cercheranno di ritrovare le pagine perdute del Libro del Destino, il libro profetico in grado di rivelare a chi lo possiede le sorti della Terra di Nadesh.”
Piccola premessa: questa recensione non sarà affatto obiettiva. Di solito metto in evidenza tutti gli infodump, deus ex machina e svarioni del caso, ma non oggi. Oggi vi parlerò di un romanzo che mi è piaciuto, un romanzo che ritenevo erroneamente adatto ad un “target di bambini”. Invece sono stato smentito. Ed era ora! Meglio essere sorpresi in meglio come in questo caso che in peggio, come nel caso della Strazzulla (per la quale, forse, avevo troppe aspettative).
Iniziamo col dire che lo stile di Elisa Rosso è fresco, scattante, fluido. Scorre che è una meraviglia, come le opere di Troisiana memoria. Un pregio che ahimè non è concesso a molti e che io per primo vorrei avere. Sì, perché l’autrice de “Il libro del Destino” racconta tantissime storie, tantissimi eventi, e lo fa senza mai stancare il lettore, senza mai ammorbarlo con periodi troppo lunghi o troppo ingarbugliati. No. Elisa Rosso agisce – non so se in maniera consapevole o meno – prima ancora di pensare e questo è l’ennesimo pregio. Troppe elucubrazioni mentali rallentano la lettura, tolgono al lettore la soddisfazione di macinare pagine e pagine di storie. E qui di storie ce ne sono molte.
La storia di Eynis, una ragazza che si concia come un uomo e che vuole essere trattata come tale. Una ragazza alla ricerca del suo passato e del suo futuro, in un presente difficile che però non si rifiuta mai di affrontare. Combatte anche quando le forze le vengono meno, trattiene le lacrime sino all’ultimo anche quando versarle sembrerebbe la soluzione più facile. E fa uso della magia come il più abile degli incantatori, parte di un’eredità talmente grande da valicare ogni sua aspettativa.
La storia di Jadifh, un amorphos di forma umana destinato al male ma intenzionato a perseguire la via del bene. La sua lotta interiore è straziante e commovente; i suoi sogni di libertà, di poter condurre una vita normale… ma ancora una volta il destino è avverso, il Signore delle Nebbie reclama ciò che è suo di diritto.
Ma c’è anche la storia di Bedwyr, un giovane che, come Eynis, è alla ricerca del suo passato. E’ subito intuibile quale sia il suo destino, ma sino all’epilogo ogni cosa resta in discussione (senza contare che sospetto di un erede più grande, il cui nome inizia con la G… un po’ smemorato). Perché se c’è una cosa che Elisa Rosso sottolinea fra le righe è che siamo noi artefici del nostro destino. Potrà anche esserci un libro in grado di prevederlo, pagine vergate da poteri antichi quanto il creato, ma alla fine della fiera siamo noi miseri mortali a dover rispondere delle nostre azioni. Un dono e un fardello al contempo. Chi infatti non vorrebbe abbandonarsi alla cruda consapevolezza della perdita di sé? Non sarebbe semplice smettere di agire e incolpare il fato se le cose vanno male?
Parlando della storia, devo dire che Elisa Rosso riesce a rendere bene il suo mondo. Forte anche delle sue esperienze personali – nella sua biografia si parla delle sue escursioni in montagna e in “terre selvagge” – riesce a rendere con realismo le manifestazioni della natura, dalle catene montuose alle pianure ai mari lontani. E, ripeto, lo fa con poche e semplici espressioni. Per tutta la durata della lettura, si ha l’impressione di camminare con l’eterogenea Compagnia, di faticare con loro, di sanguinare con loro e di riposare con loro sotto il cielo stellato.
Un cielo su cui si staglia però la sagoma oscura del Signore delle Nebbie. E’ questa forse l’unica pecca del romanzo, ma premetto che si tratta di una critica soggettiva e non oggettiva. Io avrei preferito un “cattivo” più ermetico, meno logorroico. Il lettore viene spesso a conoscenza degli eventi “caldi” proprio per bocca sua e ne resta in qualche modo spiazzato. Se non fosse per questa piccola svista, darei nove a questo romanzo. Però è una cosa soggettiva, come ho già detto, magari c’è a chi piace. E io, lo sanno tutti, ho gusti strani in fatto di letture!
In attesa del secondo romanzo…
Voto: 8/10
Per questa volta passo, perché anche se dei tuoi giudizi mi fido, non ho molta voglia di rischiare ancora su un’esordiente così giovane. Mi dispiace dirlo, sai che non sono avvezzo ai pregiudizi, ma 15 anni mi sembrano davvero pochi. Troppo forte è il ricordo di elfi yaoi e lettere di riscatto fucsia. E poi la trama non mi ispira.
La Strazzulla ha traumatizzato tutti noi, su questo non posso dirti niente. =)
Però questo romanzo, a differenza dell’altro, è onesto. Nessun giro di parole, la storia è quella sulla quarta di copertina. Si nota l’influenza dei manga giapponesi, ma anche dei romanzi fantasy più classici. Però di influenza si tratta, non di copia e incolla come in altri casi. Casomai mettilo in “lista d’attesa”, per quando ti senti ispirato =)
Ho letto un estratto di questo romanzo alla presentazione del libro in una libreria vicino casa =) Sembra davvero avvincente, anche nell’estratto lo stile scorrevole era ben rappresentato =D Da tenere d’occhio, quindi 😉
Riferendomi a Stefano Romagna : I quindicenni non scrivono solo di elfi yaoi e lettere di riscatto fucsia! XD ti assicuro che il genere che intendi tu non è così diffuso, ormai questa carta è stata giocata in tutte le salse!! XD Sùsù, leggiamo la Rosso senza pregiudizi, che nonostante i quindici anni avrà scritto qualcosa di interessante 😉
Libro meraviglioso! Sta’ in testa alla mia classifica (insieme ad altri), anche se è ancora limitata. Comunque anche io ho trovato Malbreck un po’ troppo stile -brutto e cattivo dei cartoni animati- . per il resto tutto magnifico, ma il Signore delle Nebbie era troppo il classico cattivo… quello che SA di essere cattivo, che è malvagio. Non da’ la sensazione di cattiveria pura, non si fa odiare dai lettore. E in questo tu hai superato Elisa: l’inespressoività di un guscio vuoto, l’indifferenza che prova il duca del tuo libro lo fa odiare… o almeno a me si. secondo me l’indifferenza a morte e disperazione è molto più… odiosa che la malvagità. Non so perchè, ma mi fa più effetto.
Comunque l Libro Del Destino è un magnifico libro, e aspetto con ansia l’ottobre 2009, quando uscirà. Ho letto la trama, e si prevede un’altrra emozionante avventura.
Comunque, se l’hai notato, il carattere del tuo libro è uguale a quello del Libro del destino. E anche lo spessore delle pagine e l’odore (io sono pazza, forse, ma odoro i libri XD). Insomma, c’è qualcosa che li fasomigliare, oltre questo. Non so cosa.
Non è un’impressione, tutti e due i romanzi sono stati pubblicati dalla stessa casa editrice! ^^ Tra l’altro il seguito de “Il libro del destino” uscirà nella collana “Piemme Freeway”, la stessa de “Il Silenzio di Lenth”. Gemellaggio quindi! =)
Libro penoso. Intanto personaggi e fatti accaduti fanno riemergere nella mente i libri di Tolkien. Non è “ispirato” al Signore degli Anelli, è uno scopiazzamento fatto male. Poi: il personaggio di Eynis ha SMEPRE ragione, è sempre io migliore, il più bello, il più simpatico, il più puro e giù di lì. Pseudos sghignazza da solo. Malbrek è cattivo e uccide gente senza un motivo preciso. E poi come mostro fa pena. Per non parlare del fatto che i personaggi non hanno carattere! Insomma, un massacro fantasy di prima categoria.
Ciao,
è la prima volta che capito su questo blog e leggendo il post mi sono sentita in dovere di commentare. Io ho un anno in meno di Elisa Rosso e scrivo anche io, at the moment sono un’inedita perchè sono ancora alle prese con i miei manoscritti. Onestamente ho letto abbastanza libri fantasy (da Tolkien a Licia Troisi e altri che non sto a citare), fra cui il primo volume della Rosso. Non mi è piaciuto per niente e concordo pienamente col commento di Gym. Se mi posso permettere lo stile della ragazza non è un granchè e il lessico, oserei dire, è scarso. Le descrizioni, inoltre, sono povere e non fanno pensare a nulla di nuovo, i personaggi sono troppi e mal delineati (soprattutto dal lato psicologico) e la storia è un miscuglio di altre storie fantasy ed è alquanto banale. Non sono d’accordo sul fatto che la lettura sia piacvole e scorrevole, perchè a metà libro a me era sceso già il latte, eh. Comunque ognuno ha i suoi gusti e vanno indubbiamente rispettati, ma questo romanzo è adatto ai bambini e non a ragazzi come noi.
Tanti saluti,
Ares J.
Ciao Ares J., benvenuta =)
Guarda, come hai ben detto “il mondo è bello perché vario”. Secondo me è una lettura piacevole, anche se non un capolavoro. I capolavori per me sono altri e si contano sulle dita di una mano. ^^
Posso dire solo una cosa?
Ecco.
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Secondo me è un libro fantastico ! Non sarà un capolavoro ma è avvincente , scorrevole e la storia non è troppo complicata ! Aspetto con ansia il terzo volume !!