Piccola premessa: io adoro il cinema. Adoro stare assieme a cento altre persone e condividere con loro le stesse emozioni. Adoro l’atmosfera che si viene a creare, quel misto di mistero e curiosità che ci fa tornare bambini. A me il cinema ricorda il Natale. Forse perché il primo film che vidi – o che ricordo – venne proiettato nel dicembre del 1990. Ricordo solo qualche vaga immagine, ma basta a farmi stare simpatico questo canale comunicativo. Tutto questo per dire che raramente un film mi delude, ad una prima visione. Raramente una pellicola che scelgo di vedere risulta talmente oscena da impedirmi di cogliere qualche lato positivo. “Twilight” c’era quasi riuscito, devo ammetterlo. Per tutta la proiezione provai rabbia. L’idea alla base del romanzo infatti, anche se non originalissima, aveva un suo quid, un suo senso. Il film invece si basò unicamente sulla storia d’amore, escludendo quei – pochi – spunti di riflessione interessanti. Ma non era colpa degli sceneggiatori, quanto del budget. Una decina di milioni di dollari se non ricordo male. Niente per una produzione simile.
E’ questo il primo pregio di “New Moon”, quello di avere un ricco budget e un bell’assortimento di effetti speciali. Il tocco di Chris “Bussola d’Oro” Weitz è evidente da subito, con una regia più dinamica e una gran voglia di sorprendere il pubblico. Sulla storia non mi soffermo, tanto è conosciuta persino a mia nonna: Bella ama Edward, un vampiro. Ma Edward sa che non possono stare assieme così se ne va, lanciando – letteralmente – l’amata tra le braccia di Jacob, che scopre solo in seguito di essere un lupo mannaro. La nostra Bella si ritrova quindi contesa tra la luce e l’ombra, il fuoco e il ghiaccio, l’abbronzato e l’anemico. Un triangle d’amour dei più classici insomma.
A parer mio 1/3 della pellicola è inutile. Edward, che appare poco, pronuncia solo una decina di battute, quasi tutte identiche tra loro. I dialoghi, commoventi e romantici sulla carta, assumono diversa consistenza su cellulosa: banalità. “Tu sei il mio mondo”, “farei di tutto per te” “una stella è caduta dal cielo… sei tu!” e via dicendo, come Moccia insegna. Ma qui la colpa, ancora una volta, non è degli sceneggiatori, quanto dell’autrice. Ha curato abbastanza bene la storia, ma poco la cornice, che di “brillante” conserva assai poco (forse solo la pelle di Edward).
Ma è nelle battute finali che “New Moon” eccelle. Chris Weitz mostra i temibili Volturi, caratterizzandoli addirittura meglio della Meyer. Meno impassibili alla Terminator e più “annoiati e folli” alla Anne Rice. Niente di che, sia ben chiaro, ma quelle poche scene mi hanno emozionato tantissimo. Peccato che la scampagnata italiana duri solo una manciata di minuti. Sarebbe stata interessante una maggiore interazione con Volterra/Montepulciano (che poi dico, la vera Volterra che aveva di male?!).
Ricapitolando: un film interessante, anche se con diversi scivoloni, una fotografia spettacolare, effetti speciali sopra la media e una sceneggiatura tentennante. Ci sono poi un paio di scene trash da “annali del cinema”, come Jacob che si toglie la maglia per pulire la ferita minuscola di Bella. Ad uso e consumo delle spettatrici, ovviamente.
Voto: 7/10, sperando in “Eclipse”, molto più “sanguinario”.
PS: Piccola riflessione: se Bella, per Edward, è come un hamburger per noi, allora il suo non è amore, quanto fame! Sì, perché io non ci trovo nulla di attraente in un hamburger e di sicuro non me lo porto in giro! Riflettete ragazzi, riflettete!
Ciao AdenGriffin!
Guarda, io ho rinunciato a capirle certe cose! XD