E’ una mia impressione o ultimamente i trailer cinematografici sono diventati inutili? Fuorvianti è la parola che li descrive meglio. Riescono a migliorare o a peggiorare un film prima ancora che lo spettatore abbia la possibilità di vederlo. Come con Dylan Dog ad esempio. Il trailer era tra l’osceno e il superficiale, mentre il film si è assestato su livelli medi. Niente di eccezionale (visti anche i molti – troppi – omaggi a Buffy) ma neanche una completa trashata.
Con Sucker Punch le cose sono più complicate. Il trailer mostra una sola interpretazione, la storia di una ragazzina che cercherà di fuggire da un manicomio a colpi di spada. Tutto qui?, è stata la prima cosa che ho pensato. Per fortuna ho dato al film il beneficio del dubbio.
Zack Snyder offre infatti allo spettatore diversi livelli di lettura, un concetto già espresso da Inception e qui riproposto in modo più semplice. Una ragazzina sta davvero cercando di scappare da un manicomio, ma per sopravvivere ad esso si chiuderà in una sua personale fantasia – quella di una specie di bordello dove è costretta a danzare – a sua volta collegata con altre fantasie. E qui arriva la nota dolente. Gli stratagemmi, la lotta per la libertà, sono rappresentati dalla metafora del combattimento. Abbiamo ad esempio un episodio steampunk, un episodio fantasy e un episodio di pura fantascienza. Ma se il primo è curatissimo, anche nelle elaborate coreografie, gli altri sono un po’ messi a caso, con tutti gli stereotipi che ne conseguono.
Un’occasione sprecata, a parer mio. E’ chiaro però che Zack Snyder, pur volendo creare qualcosa di unico, non ha voluto eccedere. E’ partito da un presupposto non proprio originale, l’ospedale psichiatrico, e lo ha racchiuso in una realtà onirica. Poteva fare di più? Certo. Ma è anche vero che questo Sucker Punch è in perfetto equilibrio tra pacchiano e trash. Si destreggia tra più generi con intelligenza, eccedendo entro i limiti dell’eccessività.
Consigliato agli amanti del genere.
PS: Degni di nota i minuti iniziali del film, violenti, grotteschi, pesanti. Sulle note di Sweet Dreams assistiamo alle vicende che hanno portato la protagonista in un ospedale psichiatrico. Minuti che da soli valgono il prezzo del biglietto.
Voto: 7,5/10
Non l’ho trovato male come film, mi aspettavo un pasticcio ed invece si é attestato sulla media. Per il modo in cui il regista ha scelto di condurlo e per la maniera di raccontare una storia del genere rischiava davvero di risultare unicamente trash e confuso.
Concordo sulla bellezza dei primi minuti del film.
Eh già, il rischio di creare un mega pasticcio era altissima. Invece il regista se l’è cavata abbastanza bene; peccato che di tanto in tanto si rischi di sbadigliare ^^