E’ successo un paio d’anni fa. Era pomeriggio e fuori pioveva. Il cielo era grigio, le strade coperte da un lieve strato di nebbia. Un’atmosfera irreale, accentuata dalla mancanza di lampioni accesi. Pareva di stare in un limbo. Né uomini, donne o bambini a rompere quest’illusione.
Io ero in camera. Navigavo online alla ricerca di una grafica da inserire nel mio blog di allora (ancora vivo e vegeto qui). Ad un certo punto decido di fare una pausa. Sono solo in casa, il silenzio è assoluto. Un silenzio attraente, cui non riesco a resistere.
Prendo un foglio di carta, una penna e corro in terrazzo. Respiro la nebbia, mi immergo nel limbo che ho davanti. A qualcuno potrebbe sembrare uno spettacolo tetro, triste, ma non a me. Mi rende felice, mi dona speranza. Inizio a scrivere. Pagine e pagine di un racconto che non ho mai fatto leggere a nessuno. Un racconto senza un inizio e senza una fine. Un frammento incompiuto che conservo con gelosia nel quadernone di Lenth.
E’ successo un paio d’anni fa. E’ stato allora che ho scoperto di non poter fare a meno di scrivere.
Il maltempo ha un nome ingiusto. L’ho sempre amato, forse perché sono cresciuto, da piccolo, in montagna. E lì la pioggia risveglia i profumi, lava i colori e ti ritrovi d’improvviso, non appena torna il sole, circondato dalla meraviglia. C’è tanta natura, lì, quello che manca in molte città. Ma non credo che manchi in Abruzzo, e tanto meno a L’Aquila. Quell’esperienza di vita mi è rimasta aggrappata al cuore con forza, tanto che nei miei romanzi, tutti, c’è sempre almeno un po’ di pioggia, un po’ di nebbia e, quasi sempre, la magia della neve. Quindi, Luca, capisco perfettamente di che tipo di speranza parli: quella dello scorrere calmo, equilibrato del tempo, che gli agenti atmosferici sottolineano in sordina – molti li prendono come maltempo, io li ammiro – spesso letteralmente, dalle finestre di casa mia.
Andrea, che belle parole. Hai capito perfettamente quello che provo, quello che ho provato, quello che continuerò a provare in futuro =)
Voglio strade di notte, vento e pioggia, e nessuno che si chieda dove sono…
*_* lo hai letto vero???
con la musica giusta in sottofondo è ancora meglio
ps ho finito la Canavan ç_ç
“Le ore”, vero? O forse no… sono una frana con le citazioni!
Riguardo la Canavan… be’? Pareri? Mi sembra di capire che anche tu sia rimasto sconvolto XD
E io alla fine pensavo che avessi scritto che non potevi fare a meno delle droghe e invece è della scrittura, vabbè cose che capitano 😀
affascinante 😀 è bello vedere nascere una passione 😀
@Drugantibus: le migliori opere sono quelle scritte sotto l’influenza di droghe! Nel mio caso mi sono dovuto accontentare XD
@Lauryn: E’ importante avere anche solo una passione. Il solo modo per non restare “immobili” ^^
1) sappi che quando mad dog ti mangerà e arriverà la tua ora dovrai pagare tutti i peccati che stai commettendo nel post più recente
2) La Canavan è una grande… e se la Nord non pubblica gli altri 2 libri della serie dovranno risponderne a me
3) Le ore?!!!!! naaa XD il fuoco della fenice *_*
Chiedo perdono… mi cospargo il capo di cenere…
fai un nuovo post… sto soffrendo come un cane
Eh? Non ho capito °_°